Praia dos Francês, Alagoa, 2 de Janeiro 2005

Blu, finalmente! Non uno, molti blu, azzurri, verde mare, una festa per gli occhi -e palme giganti, ancora, verde su verde, verde su giallo.

Maceiò è l'imbarazzo della scelta, in quale spiaggia vuoi andare oggi?

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È un peccato dover scegliere, in realtà. Mi viene una specie di bulimia da mare, mi sento un bambino davanti a troppi dolci che non sa quale scegliere e vorrebbe addentarli tutti, possibilmente in contemporanea. Ho fatto così anche ieri, a Cuiabà (era ieri? Sembra un ricordo di un altro pianeta, ed in effetti lo è), l'unico posto aperto era una panificadora con ogni sorta di ben di dio, e come un bambino ho preso due dolci. Così ci impiegavo più tempo a mangiarli, e anche così non è bastato, sono finita in salsa d'aspetto con grande anticipo, ad aspettare appunto. Il primo dell'anno la tele è un po' noiosa anche in Brasile, non trasmettevano il concerto di capodanno ma la scelta della madrina per il carnevale di Rio – così ho scoperto che i preparativi cominciano il primo dell'anno, e la festa pure. A seguire davano “La vita è bella”, strano effetto vedere un film italiano doppiato, Roberto Beningni senza la sua voce non fa così ridere, peccato. Invece qui non c'è da aspettare, il tempo vola e viene buio presto perché siamo vicini all'equatore, strano avere meno ore di luce, mi piace il tramonto quando è lungo e qui invece non c'è o quasi. Da Maceiò e dal suo lungo mare affollato per via della domenica sono scappata, mi sono persa un pezzo di blu ma del resto ho solo l'imbarazzo di dove fermare la macchina.

La spiaggia di questo pomeriggio aveva un bar che di nome faceva Paradiso, che vizio per le tautologie. Primordiale, era – il fiume che si faceva largo tra le dune di sabbia fine per infilarsi nell'oceano, acqua trasparente salgadinha e dolce mischiate, e palme, palme ovunque.

Una volta di più mi colpisce l'accostamento tra la modernità delle attrezzature e l'inaccessibilità del luogo. Io ci sono capitata per disperata ostinazione, dopo trenta chilometri di saliscendi di strade tra enormi dune erbose, dei giganti -e naturalmente le strade deserte, con pochi cartelli sbiaditi. Forse è solo che qui tutto è più grande, trenta chilometri non sembrano un granché per andare in spiaggia, a differenza di noi abituati a quel bellissimo catino per pediluvi che è il mediterraneo, dove in trenta chilometri cambi provincia o magari anche nazione, e passi dalla liguria alla costa azzurra.